ROGATE ERGO
Rivista di animazione vocazionale - Dicembre 2010
In mano la vita
La vita, come una partita, va giocata sul campo da protagonisti non da panchinari. Purtroppo si va perdendo il gusto della conquista, il valore del sacrificio, il senso della lotta per l’amore, la libertà, la giustizia, valori inalienabili della vita. La Sacra Scrittura, dalla Genesi fino all’Apocalisse, è piena di eventi, di riflessioni, di esempi, che invitano a tenere la vita in mano; una lotta continua e alla fine vincente, che trova il suo apice nel mistero pasquale di morte e risurrezione di Gesù.
La vita, il dono più grande che Dio ci ha fatto, bisogna saperla gestire per ricavarne dei frutti. Ci si realizza nella misura in cui si risponde alla vocazione ricevuta, superando una per una le difficoltà che s' incontrano; oggi davvero tante! Il progetto di vita di ciascuno deve, infatti, fare i conti con numerosi fattori che i cambiamenti socio-religiosi impongono, producendo segnali controversi perfino nei consacrati.
Dalla vita dei singoli a quella della Chiesa il passaggio è breve. Se in Occidente la preoccupazione verte sugli gli attacchi alla vita dei cristiani in campo morale a motivo della secolarizzazione e del relativismo, in Oriente i cristiani sono colpiti anche nella vita fisica, come è stato denunciato dal recente Sinodo dei vescovi e come dimostrano i continui attentati e le stragi.
Occorre educare alla vita: "è la sfida e il compito urgente a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo proprio e la specifica vocazione", così la Cei nel messaggio in vista della Giornata della Vita (6 febbraio 2011). Benedetto XVI in una Lettera invita i futuri sacerdoti a riflettere: "Dovrete accompagnare altri lungo il cammino della vita e fino alla porta della morte".
La migliore promozione della vita è però la testimonianza cristiana: "Io sono di Gesù" diceva Rolando Rivi, il seminarista emiliano di quattordici anni, ucciso in odio alla fede, alla fine della seconda guerra mondiale. Un messaggio di speranza sulla vita si coglie anche nell'Intervista alla scrittrice Susanna Tamaro a proposito del romanzo 'Il grande albero': "Se gli alberi si possono ripiantare, anche l'uomo può tornare ad essere veramente e profondamente uomo".
Firmano le pagine di questo numero: Antonio Riboldi, Tonino Lasconi, Vito Magno, Giosy Cento, Giusepe De Virgilio, Alessandro Manenti, Alessandro Castegnaro, Emilio Bonicelli, Rodolfo Casadei, Pier Giorgio Liverani, Danilo Zanella, Carlo Climati, Angela Ambrogetti, Luciano Cabbia.